Nella società odierna sempre più si attribuisce un’importanza spropositata alla bellezza e alla perfezione.
I media costantemente ci bombardano di immagini che mostrano modelli estetici di corpi snelli e perfetti per le donne, e robusti e possenti per gli uomini.
Guardandoci allo specchio ci ritroviamo ad osservare il nostro corpo e a paragonarlo con le immagini ideali che rimangono scalfite nella nostra mente, e l’insoddisfazione verso ciò che vediamo invade i nostri pensieri. Iniziamo così a non piacerci, a percepire il nostro corpo e noi stessi attraverso delle lenti deformanti che ci fanno vedere grasse quando in realtà non lo siamo, e ci portano a percepire difetti inesistenti.
Credendo che una dieta possa colmare la tristezza e aiutare a migliorare il rapporto con il nostro corpo, iniziamo a ridurre l’apporto calorico, ad aumentare l’attività fisica.
Senza rendercene conto il cibo, il peso, la magrezza iniziano a diventare il nostro pensiero fisso.Inconsapevolmente siamo caduti nella trappola dei Disturbi del Comportamento Alimentare, la prigione della nostra felicità.
Anoressia, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder sono sempre più diffusi tra giovani e giovanissimi, che attraversano la delicata fase adolescenziale.
I cambiamenti fisici, psicologici e relazionali possono indurre nell’adolescente dei grandi turbamenti emotivi, un senso di tristezza e di solitudine che sembrano incolmabili. Spesso si percepisce un senso di inadeguatezza e di inferiorità che si ha difficoltà ad esprimere a parole.
Il cibo può diventare un mezzo disfunzionale che temporaneamente allievia il nostro dolore emotivo.
Imparare ad accettare ed esprimere le emozioni positive e negative; apprezzare i difetti e i pregi di sè stessi e chiedere aiuto a professionisti possono essere delle risorse importanti per affrontare il problema con il cibo.
Quello che molti adolescenti dimenticano è che a tutto c’è una soluzione.Nessun problema è insormantabile..Parlare e esprimere il proprio dolore aiuta ad alleviare la sofferenza che sentiamo dentro di noi.
I genitori possono fornire una base sicura che può aiutare ad intervenire quando il cibo diventa un problema. Spesso anche loro hanno bisogno di supporto.
Lo Psicologo può aiutare ad affrontare questo disagio che coinvolge l’intero nucleo familiare.